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giovedì 26 febbraio 2015

Giorgino va su e giù

Ciao amici, sono proprio io, Giorgino, sto andando a fare un bel giretto su su su. Su, dove? Ma su in alto, in montagna, no? Dov'è Peggy? Lei è rimasta giù, "non ho voglia" mi ha detto e allora mi aspetta giù. Giù, dove?  Ma a valle, in basso, no?

Adesso però faccio ritorno, mi sento un po' solo. Avete visto che bel panorama? E che cielo! E che montagne blu, blu!













Ohhh, eccomi qua, sono arrivato. Sono un po' stanchino, adesso vado a cercare Peggy.








«Peggy. Peggyy. Peggyyy. Ma dove sei. Su, dai, non farmi lo scherzo, dove ti sei nascosta? 
Peggyyy... ».










«Ma sono qui, Giorgino, cosa gridi, non vedi che sto guardando quel falchetto?».


«Peggy, Giorgino, andiamo, su».
«Veniamo, Sinforosa, dai Giorgino andiamo a casa a fare un bel disegno. Io disegno il falco che vola nel cielo e poi tutte le formiche che si arrampicano sull'albero».
«Io invece disegno le montagne blu».
«Blu?»...


sinforosa castoro
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mercoledì 25 febbraio 2015

Gallina e gallo

 «Ho disegnato una gallina e un gallo, come quello là, però il gallo non è finito, fa niente?».

Gallina. E. A. anni 5 

Gallo. E.A. anni 5

















sinforosa castoro

martedì 24 febbraio 2015

Qoèlet cap. 3 Per tutte le cose c'è un tempo

Ecclesiaste cap. 3

1 Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo.
2 C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato.
3 Un tempo per uccidere e un tempo per curare,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
4 Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per fare lutto e un tempo per danzare.
5 Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
6 Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per conservare e un tempo per buttar via.
7 Un tempo per strappare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
8 Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
9 Che guadagno ha chi si dà da fare con fatica?
10 Ho considerato l’occupazione che Dio ha dato agli uomini perché vi si affatichino. 11 Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo; inoltre ha posto nel loro cuore la durata dei tempi, senza però che gli uomini possano trovare la ragione di ciò che Dio compie dal principio alla fine. 12 Ho capito che per essi non c’è nulla di meglio che godere e procurarsi felicità durante la loro vita; 13 e che un uomo mangi, beva e goda del suo lavoro, anche questo è dono di Dio. 14 Riconosco che qualsiasi cosa Dio fa, dura per sempre; non c’è nulla da aggiungere, nulla da togliere. Dio agisce così perché lo si tema. 15 Quello che accade, già è stato; quello che sarà, già è avvenuto. Solo Dio può cercare ciò che ormai è scomparso.
16 Ma ho anche notato che sotto il sole al posto del diritto c’è l’iniquità e al posto della giustizia c’è l’iniquità. 17 Ho pensato dentro di me: «Il giusto e il malvagio Dio li giudicherà, perché c’è un tempo per ogni cosa e per ogni azione».
18 Poi, riguardo ai figli dell’uomo, mi sono detto che Dio vuole metterli alla prova e mostrare che essi di per sé sono bestie. 19 Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa: come muoiono queste, così muoiono quelli; c’è un solo soffio vitale per tutti. L’uomo non ha alcun vantaggio sulle bestie, perché tutto è vanità. 20 Tutti sono diretti verso il medesimo luogo: tutto è venuto dalla polvere e nella polvere tutto ritorna.
21 Chi sa se il soffio vitale dell’uomo sale in alto, mentre quello della bestia scende in basso, nella terra? 22 Mi sono accorto che nulla c’è di meglio per l’uomo che godere delle sue opere, perché questa è la parte che gli spetta; e chi potrà condurlo a vedere ciò che accadrà dopo di lui?







sinforosa castoro

domenica 22 febbraio 2015

Il pensiero

L'uomo è solo una canna, la più fragile della natura; ma è una canna che pensa. Non occorre che l'universo intero si armi per annientarlo; un vapore, una goccia d'acqua bastano a ucciderlo. Ma, quand'anche l'universo lo schiacciasse, l'uomo sarebbe pur sempre più nobile di quel che lo uccide perché sa di morire, e conosce la superiorità che l'universo ha su di lui, mentre l'universo non sa nulla. Tutta la nostra dignità sta, dunque, nel pensiero. In esso dobbiamo cercare la ragione per elevarci, e non nello spazio e nella durata, che non potremo riempire.  Blaise Pascal


sinforosa castoro
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/saggezza/frase-146175?f=a:117>

sabato 21 febbraio 2015

Strane creature

Che ne dite, ne hanno di fantasia, eh?
                                             
È un mostro pericolosissimo, che se ci tagli una testa ne viene fuori un'altra. Adesso ne ha quattro.
Questo qui è un po' drago e un po' cavallo e un po' una zebra, però lui non è bianco e nero.
Non vedi? È un serpente che ingoia tutto, anche tutte le persone.

È un drago, però è uno buono..


Ma sono due combattenti, che lanciano tutte le fiamme, no?

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venerdì 20 febbraio 2015

Oliviero Toscani e il suo "non sono obiettivo"

Avevo già pensato a un post, ma poi ascoltando un programma radiofonico dove Oliviero Toscani dapprima ha sviolinato le sue conoscenze sulle varie religioni e poi ha risposto a domande sulle religioni-sulla religione, ho deciso di accantonare quel post per proporvi questo.
Perché vi chiederete voi? Be' le risposte di Oliviero Toscani sono state così prevedibili, da un personaggio come è lui, che se avesse detto qualcosa di veramente ... ... la parola mi manca, non sarebbe stato così interessante - ma d'altronde lui è un maestro in fatto di provocazioni e di immagini forti, no?
Per farla breve Oliviero Toscani dopo, aver condannato le religioni nel nome delle quali si è ucciso e ucciso e ancora ucciso, ha asserito che la Bibbia, ma non solo la Bibbia, è come Pinocchio e che il Vangelo è come quello dei Tre Moschettieri e che se a quei tempi ci fosse stata l'immagine non ci sarebbe stato né la Bibbia né il Vangelo perché avrebbe dimostrato tutte le falsità di quello che asseriscono tali libri. Ha concluso dicendo che la religione che più gli dà fastidio è proprio la sua, ovviamente, e che lui purtroppo è un battezzato - ma aveva solo due giorni e non poteva certo scegliere! - e che il battesimo è una violenza, una violenza fisica.
Mamma mia Signor Oliviero Toscani che lezione toccante! Grazie di cuore.



sinforosa castoro

mercoledì 18 febbraio 2015

Peggy e le frittelle

«Amici, avete visto cos'ha preparato Sinforosa? LE FRITTELLE».
«Sono proprio buonissime».
«Hai ragione Giorgino, sono buone... mhhh! Ehi, Gregorio, la tua s'è rotta! s'è rotta! s'è rotta!».

 

 «Ma io, cara Peggy, me la mangio lo stesso, lo stesso...  Ancora questa e poi me ne devo andare».
«Dai, stai ancora un po' qui con noi».
«Non posso Lele, ho promesso alla mia mamma che sarei ritornato prima del buio».
 «Allora, ciao ciao Gregorio! Torna presto, però».

«Va bene, tornerò presto. Ciao Peggy. Ciao Lele. Ciao Giorgino. Ciao Sinforosaaa!!! e grazie per le frittelle».
«Ciao Gregorio e salutami la mamma e voi tre subito a riordinare i giocattoli, forza, su».
«Va bene, veniamo, veniamo».

sinforosa castoro
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lunedì 16 febbraio 2015

Grande festa di Carnevale

Grande festa di Carnevale. 
Si parte con un trenino, un girotondo, un balletto e tanto tanto divertimento per grandi e piccini.






sinforosa castoro

domenica 15 febbraio 2015

Signore se tu vuoi puoi

Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte. Mc. 1,40-45

Solo qualche piccola riflessione. In queste ultime domeniche le letture del Vangelo ci hanno mostrato guarigioni prodigiose: la liberazione dell'uomo posseduto dallo spirito del male, la guarigione della suocera di Pietro e quest'oggi la guarigione di un lebbroso. Tutti noi sappiamo che nella mentalità del tempo di Gesù - ma ancora oggi in certe culture e per certe situazioni e/o persone - la malattia era strettamente correlata al peccato, sicché coloro che avevano malattie venivano spesso relegate ai margini della società, costrette a vivere fino alla morte nella triste solitudine e nel completo abbandono, persino dai familiari. 
  • Ebbene, Gesù, ancora una volta, è l'uomo nuovo che fa nuove tutte le cose. 
  • Gesù, non solo ha compassione di quel lebbroso, cioè patisce insieme con lui la sua condizione di ammalato ed emarginato, ma lo guarisce, lo purifica, lo rende uomo nuovo. 
  • La malattia non è volontà di dio. Dio non vuole che i suoi figli soffrano. Gesù, nella sua vita terrena, ha guarito, risanato, reintegrato, richiamato dalla morte. 
E noi? Noi sappiamo farci prossimo di chi soffre nel corpo, nello spirito e nella mente? Noi sappiamo accostarci agli altri con quella tenerezza di cui parla il Papa? Abbiamo il coraggio di guardare, toccare, avvicinate, abbracciare coloro che la società spesso emargina? 
Noi, noi abbiamo l'umiltà di chiedere in ginocchio l'intervento del Signore perché risani le nostre ferite, le nostre sofferenze fisiche, spirituali, morali e psicologiche?
Signore, se tu vuoi puoi, per favore purificami



sinforosa castoro

venerdì 13 febbraio 2015

I coriandoli

Loro sono i "piccoli" della classe e con abilità colorano dentro la linea chiusa e verbalizzano il colore dei loro coriandoli. Sembra facile, ma per manine così piccole non lo è, affatto.




















sinforosa castoro

giovedì 12 febbraio 2015

Il mio orsacchiotto

Sai, Sinforosa, che io a casa ho un orsacchietto marroncino, è piccolo così, ha i piedi lunghi, corti così, e se ci fai i grattini sotto ai piedi si addormenta e poi mangia tutto il miele, quello finto. Oggi io lo porto a letto con me. (B. anni 4 e mezzo).


sinforosa castoro

mercoledì 11 febbraio 2015

Qoèlet cap. 2. Vanità dei piaceri, delle ricchezze e del lavoro

Ecclesiaste cap. 2

1 Io ho detto in cuor mio: «Vieni, dunque, ti voglio mettere alla prova con la gioia: Gusta il piacere!». Ma ecco anche questo è vanità.

2 Del riso ho detto: «Follia!» e della gioia: «A che giova?».

3 Ho voluto soddisfare il mio corpo con il vino, con la pretesa di dedicarmi con la mente alla sapienza e di darmi alla follia, finché non scoprissi che cosa convenga agli uomini compiere sotto il cielo, nei giorni contati della loro vita. 
4 Ho intrapreso grandi opere, mi sono fabbricato case, mi sono piantato vigneti. 
5 Mi sono fatto parchi e giardini e vi ho piantato alberi da frutto d'ogni specie; 6 mi sono fatto vasche, per irrigare con l'acqua le piantagioni. 
7 Ho acquistato schiavi e schiave e altri ne ho avuti nati in casa e ho posseduto anche armenti e greggi in gran numero più di tutti i miei predecessori in Gerusalemme. 
8 Ho accumulato anche argento e oro, ricchezze di re e di province; mi sono procurato cantori e cantatrici, insieme con le delizie dei figli dell'uomo. 
9 Sono divenuto grande, più potente di tutti i miei predecessori in Gerusalemme, pur conservando la mia sapienza. 
10 Non ho negato ai miei occhi nulla di ciò che bramavano, né ho rifiutato alcuna soddisfazione al mio cuore, che godeva d'ogni mia fatica; questa è stata la ricompensa di tutte le mie fatiche. 
11 Ho considerato tutte le opere fatte dalle mie mani e tutta la fatica che avevo durato a farle: ecco, tutto mi è apparso vanità e un inseguire il vento: non c'è alcun vantaggio sotto il sole.

12 Ho considerato poi la sapienza, la follia e la stoltezza. «Che farà il successore del re? Ciò che è già stato fatto». 

13 Mi sono accorto che il vantaggio della sapienza sulla stoltezza è il vantaggio della luce sulle tenebre:

14 Il saggio ha gli occhi in fronte, lo stolto cammina nel buio. Ma so anche che un'unica sorte
è riservata a tutt'e due.

15 Allora ho pensato: «Anche a me toccherà la sorte dello stolto! Allora perché ho cercato d'esser saggio? Dov'è il vantaggio?». E ho concluso: «Anche questo è vanità». 
16 Infatti, né del saggio né dello stolto resterà un ricordo duraturo e nei giorni futuri tutto sarà dimenticato. Allo stesso modo muoiono il saggio e lo stolto.

17 Ho preso in odio la vita, perché mi è sgradito quanto si fa sotto il sole. Ogni cosa infatti è vanità e un inseguire il vento. 
18 Ho preso in odio ogni lavoro da me fatto sotto il sole, perché dovrò lasciarlo al mio successore.
19 E chi sa se questi sarà saggio o stolto? Eppure potrà disporre di tutto il mio lavoro, in cui ho speso fatiche e intelligenza sotto il sole. Anche questo è vanità! 
20 Sono giunto al punto di disperare in cuor mio per tutta la fatica che avevo durato sotto il sole, 21 perché chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare i suoi beni a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e grande sventura.

22 Allora quale profitto c'è per l'uomo in tutta la sua fatica e in tutto l'affanno del suo cuore con cui si affatica sotto il sole? 
23 Tutti i suoi giorni non sono che dolori e preoccupazioni penose; il suo cuore non riposa neppure di notte. Anche questo è vanità! 
24 Non c'è di meglio per l'uomo che mangiare e bere e godersela nelle sue fatiche; ma mi sono accorto che anche questo viene dalle mani di Dio. 
25 Difatti, chi può mangiare e godere senza di lui? 
26 Egli concede a chi gli è gradito sapienza, scienza e gioia, mentre al peccatore dà la pena di raccogliere e d'ammassare per colui che è gradito a Dio. Ma anche questo è vanità e un inseguire il vento.




sinforosa castoro 

martedì 10 febbraio 2015

La maschera me la faccio io

Tempo di Carnevale. Con sacchetti di carta inventiamo tante mascherine.


da così...












... a così.





























 Da così...












... a così.

sinforosa castoro

lunedì 9 febbraio 2015

Io sposo te e te.

Lui ha quattro anni e mezzo e non è italiano. Da quando aveva tre anni dice che sposerà le sue due maestre: la mia collega e la sottoscritta. Oggi, al termine dell'attività didattica, ha preso un foglio e ci ha disegnate, ascoltiamolo. 
«È la casa, non vedi? E poi c'è la finestra, due, e c'è il tavolo e lì c'è la porta. Questa sei tu e quella lì è l'altra maestra. Ci sono tutti i fiori, sul tavolo. Ti piace? Te lo regalo». E allunga le mani per darmelo.


sinforosa castoro

domenica 8 febbraio 2015

La sofferenza e la fede

E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. 

Mc. 1,29-39
Le letture di oggi: Gb 7,1-4; 6-7. I Cor 9,16-19; 22-23, incluso il brano del Vangelo sopra riportato, ci parlano della sofferenza dell'uomo qui, su questa terra. 
  • La fede ci preserva dalla sofferenza? Cosa significa che Gesù ha preso su di sé tutti i nostri mali? E poi, che significato ha la sofferenza? Che senso ha?
Chi di noi nel momento della sofferenza non ha chiesto aiuto a Dio nella speranza che la sofferenza passasse? E magari il più delle volte è rimasto deluso.
  • La fede non ci preserva dal soffrire. Il Signore stesso ha sofferto. Lui ha voluto condividere in tutto, anche nella sofferenza, la nostra condizione umana. Gesù ha sperimentato ogni tipo di sofferenza, fino alla  morte "e alla morte di croce".
  • Non dobbiamo cercare un senso alla sofferenza, perché non ce l'ha. La sofferenza, però, ha valore salvifico e se accolta e vissuta diventa feconda. 
Pensiamo allora a tutti quei miracoli che il Signore può compiere attraverso l'offerta, per amore, delle nostre piccole o grandi croci. 
Lasciamo che il Signore ci prenda per mano, come ha fatto con la suocera di Pietro, lasciamo che ci tragga da quella febbre che ci immobilizza in un letto e ci allontana dagli altri per ritornare a vivere e a servire gli altri, pur nella sofferenza.  



sinforosa castoro

sabato 7 febbraio 2015

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