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sabato 13 luglio 2013

Mi mancherete

Il blog farà qualche giorno di vacanza... Mi mancherete, ognuno di voi, lo so già!
ciao ciao ciao ciao ciao ciao 
ciao ciao ciao ciao ciao ciao 
                             ciao ciao ciao ciao ciao ciao ciao

ciao ciao ciao ciao ciao ciao 
ciao ciao ciao ciao ciao ciao 
                             ciao ciao ciao ciao ciao ciao ciao


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sinforosa castoro

Cantico Dei Cantici Cap. 4

Lo Sposo

Eccoti bella, amica mia, eccoti bella
e gli occhi tuoi, colombe
entro i riccioli tuoi.
I tuoi capelli sono come un gregge di capre
sdraiate sulle pendici di Ghil'àd.
I tuoi denti come un branco di pecore tosate
che risalgono dal bagno:
tutti hanno gemelli e nessuno ne è privo.
Come un filo di porpora sono le tue labbra
e la tua bocca è soave;
come spicchio di melograno sono le tue guance
dentro i riccioli tuoi.
Come torre di Davide è il tuo collo
costruita per trofei:
mille scudi pendon da lei.
I tuoi seni sono come due caprioli,
gemelli di gazzella,
che pascolano fra gigli.
Prima che soffi il giorno
e s'allunghino l'ombre
me ne andrò al monte della mirra
e al colle dell'incenso.
Tutta bella tu sei, amica mia,
né v'è difetto in te.
Con me dal Libano, o sposa,
con me dal Libano, vieni!
Scendi dalla cima dell'Amanah,
dalla cima del Samir e dell'Hermon,
dalle tane dei leoni,
dai monti dei leopardi.
Tu m'hai fatto impazzire, sorella mia, sposa,
tu m'hai fatto impazzire con un solo tuo sguardo,
con una perla sola del tuo collo!
Quanto sono belle le tue carezze, sorella mia, sposa,
quanto migliori del vino le tue carezze
e, il profumo dei tuoi unguenti,
più soave di tutti gli aromi!
Favi di miele gocciolante le tue labbra, o sposa,
e miele e latte è sotto la tua lingua
e la fragranza delle tue vesti
è come la fragranza del Libano.
Giardino chiuso, sorella mia, sposa,
fonte sigillata.
I tuoi germogli, un paradiso di melograni,
coi frutti più deliziosi,
nardo, croco, cannella e cinnamomo
con tutte le piante d'incenso,
mirra e aloe
con tutti i balsami migliori;
fontana di giardini,
pozzo di acque vive,
che scendono dal Libano.

La Sposa

Destati, Safòn,
entra, Thèmàn:
soffia sul mio giardino,
stillino i suoi aromi!
Entri l'amato mio nel suo giardino
e mangi il frutto delle sue delizie.

Cantico dei Cantici 4, 1-16



sinforosa castoro

venerdì 12 luglio 2013

Un buono a nulla

«Siete ritornati?».
«Certo, ora che stai bene mica potevamo lasciarti qui tutto solo, no?».
«Oh, non dovete perdere tempo con uno come me. Ve l'ho già detto, sono un buono a nulla. Ovunque vado sento solo critiche».
«Oh, piantala di lagnarti e piangerti addosso. Lo vuoi capire che tu sei speciale?».
«Speciale, io?».
«Sì. S p e c i a l e».
«Mh... e cos'avrei di speciale?».
«Be', anzitutto non sei una gallina e nemmeno un gallo e non sei nemmeno una mucca o un cane o un gatto... », disse Codabianca d'un fiato.
«... E nemmeno una pecora o un maiale». Concluse serafico Arcibaldo.
«E che cosa c'è di speciale in tutto questo?».
«Ma come, non l'hai ancora capito?».
«No».
«Diglielo tu per favore, Arcibaldo, altrimenti io perdo la pazienza».
«Codabianca vuole farti capire che tu, che sei un asino, sai fare cose che noialtri non sappiamo fare e non sapremo fare mai. Per esempio tu sai ragliare, sai sopportare tanta fatica, hai quattro zampe che ti conducono assai lontano e poi sei la gioia di tanti bambini, nella notte di santa Lucia... ».
«Già!».
«Vedi, Grigio, ognuno di noi ha qualcosa di speciale, basta solo ricordarlo, di tanto in tanto».
«Grazie amici».
«Oh... non stare qui a ringraziare. Ora, su, andiamo, che tutti ti aspettano».


di sinforosa castoro
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martedì 9 luglio 2013

Cantico Dei Cantici Cap. 3

La Sposa

Sul mio letto, la notte, 
ho cercato colui che l'anima mia ama.
l'ho cercato, ma non l'ho trovato.
Mi alzerò dunque e andrò in giro per la città;
per le strade e per le piazze,
cercherò colui che l'anima mia ama.
L'ho cercato, ma non l'ho trovato.
Mi trovaron le guardie di ronda per la città:
«Colui che l'anima ama, l'avete trovato?».
Da poco li avevo passati
quando trovai colui che l'anima mia ama.
Lo presi e non lo lasciai
finché non l'ebbi condotto in casa di mia madre
e nella stanza della mia genitrice.

Lo Sposo

Io vi scongiuro, o figlie di Gerusalemme,
per le gazzelle e per le cerve dei campi,
non destate, non scuotete dal sonno l'amore
finché non lo voglia.

Il Corteo dello Sposo

Che cos'è quel che sale dal deserto
fra colonne di fumo,
esaltazione di mirra e d'incenso
con ogni polvere aromatica?
Ecco la lettiga di Salomone:
sessanta prodi le stanno d'intorno
fra i prodi di Israele.
Tutti quanti san brandire la spada,
esperti sono in battaglia;
ognuno con la spada al fianco
contro i pericoli della notte.
Un baldacchino si è fatto il re Salomone,
di legno di Libano.
Le sue colonne le ha fatte d'argento,
d'oro la sua spalliera;
il suo seggio di porpora,
il centro, ricamo d'amore
delle figlie di Gerusalemme.
Uscite, figlie di Sion,
guardate il re Salomone
con la corona di ché l'incoronò sua madre,
nel giorno del suo sposalizio,
nel giorno della gioia del suo cuore.

Cantico dei Cantici 4, 1-11








sinforosa castoro

domenica 7 luglio 2013

Piopio è scomparso

«Ciao Bianchina».
«Ciao Pinkpig»
«Ma cosa cerchi?».
«Ho lasciato qui un attimo Piopio eh... e non c'è più».
«Oh... Bianchina, come hai potuto?».
«L'ho fatto giocare e poi sono entrata un attimo in casa eh....».
«Su, non piangere. Ecco, arriva Mami. Adesso chiediamo a lei se per caso lo ha visto».
«Mami, hai visto Piopio?».
«Certo che no. E tu, Bianchina, mi hai delusa».



«Quante volte dovrò ripetere che i cuccioli non vanno mai lasciati soli? Sono cuccioli, appunto, e in un attimo sanno combinare un mare di guai. Dobbiamo trovarlo, immediatamente. Diamoci da fare».
La voce si è già sparsa ovunque, nella pianura, arriva di corsa Maomiao.



«Che facce tristi!».
«Piopio è scomparso».
«L'ho sentito da Mami, e Codabianca?».
«Non lo sa ancora. Lei e Arcibaldo sono andati a trovare Grigio, che non sta tanto bene, torneranno domattina».
«Vi do una mano a cercare quel pulcino monello, ora vado da Fedele... lui ha un fiuto!».
«Grazie Maomiao».
«Non preoccupatevi», rassicura Fedele con quella sua vociona di cane da caccia «...troverò io quel pulcino disobbediente e gli darò una bella lezione».
Bianchina, Pinkpig, Maomiao, Fedele e Mami vanno alla ricerca di Piopio.

Cercano ovunque: dietro la cuccia di Fedele, fra il fieno di Mami, nell'erba di Bianchina,  nella casa di Pinkpig, persino nei cespugli delle api laboriose, ma niente, Piopio non si trova.
«Piopiooo... Piopiooo... Piopiooo... ». 
Tutti gridano a squarciagola, finché, ormai notte, eccolo Piopio, nascosto nel tronco di Red, lo scoiattolo.
«Chi mi chiama?».
«Ohhhhhhh! Finalmente».
Piopio salta in braccio a tutti e tutti, prima di fargli una bella ramanzina, lo stringono forte forte e lo riportano a casa.


di sinforosa castoro

sabato 6 luglio 2013

Cantico Dei Cantici Cap. 2

Lo Sposo

Io sono il narciso del piano,
il giglio delle valli.
Come un giglio fra le spine,
tale l'amica mia tra le fanciulle.

La Sposa

Come un cedro fra le piante selvatiche, 
così il mio Diletto fra i giovani.
Alla sua ombra con gioia mi siedo,
e il suo frutto è dolce al mio palato.
Mi conduce nella casa del vino
e il suo vessillo su me è amore.
Rianimatemi con focacce di uva passa,
ristoratemi con miele,
perché malata d'amore sono io.
La sua sinistra è sotto il mio capo,
e la sua destra mi abbraccia.

Lo Sposo

Io vi scongiuro, o figlie di Gerusalemme,
per le gazzelle, o per le cerve dei campi,
non svegliate, non risvegliate l'amore,
finché a lei piaccia!

La Sposa

Un rumore! È il mio amato!
Eccolo che viene
saltando sui monti,
balzando sui colli.
Il mio Diletto è simile a una gazzella,
o a un cucciolo di cervi.
Eccolo, si è fermato 
dietro al nostro muro,
guardando dalle finestre,
spiando dalle inferriate.
Mi chiama il mio amato e mi dice:
«Alzati, amica mia,
mia bella, vieni!
Vedi, l'inverno è passato,
la pioggia ha cessato e se n'è andata;
il tempo di potare è già venuto
e il tubar della tortora si sente sulla nostra terra;
il fico va maturando i suoi fichi
e le viti fiorite danno odore.
Alzati, amica mia,
mia bella, vieni!».

Lo Sposo

O mia colomba che stai nei rifugi della roccia,
nei nascondigli dei dirupi,
fammi vedere il, tuo viso,
fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave,
incantevole il tuo viso.
Prendeteci le volpi,
le volpi piccine
che devastano le vigne
e le nostre vigne sono in fiore.

La Sposa

Il mio amato è mio e io sono sua,
pascola il gregge fra i gigli.
Prima che soffi la brezza del giorno
e le ombre fuggano,
ritorna, amato mio, simile a gazzella
o al cucciolo dei cervi
sulle montagne di Béter!

Cantico dei Cantici 2, 1-17.



 sinforosa castoro

martedì 2 luglio 2013

Sapienza della Sapienza di Salomone. Cantico Dei Cantici.

La Sposa

Baciami coi baci della tua bocca:
le tue carezze sono migliori del vino.
I tuoi profumi sono soavi a respirare, 
aroma che si effonde è il tuo nome:
per questo ti amano le fanciulle.
Attirami a te, corriamo!
Fammi entrare, o re, nelle tue stanze;
esulteranno e gioiranno per amore tuo,
celebreranno i tuoi amori più che il vino.
Come a ragione ti si ama!
Io sono bruna ma graziosa, 
figlie di Gerusalemme, 
come le tende di Kedar,
come le cortine di Salomone.
Non badate se sono brunetta:
mi ha abbronzata il sole.
I figli di mia madre si sono adirati con me;
m'hanno posto a guardia delle vigne, 
ma la mia, la mia vigna, non ho custodito.
Dimmi, o tu che il mio cuore ama,
dove pasci il gregge?
Dove lo fai riposare a mezzogiorno, 
per non essere come una che si vela
in vista dei greggi dei tuoi compagni?

Lo Sposo

Poiché non lo sai, o la più belle delle donne,
segui le orme dei greggi
e pascola le tue caprette
su, presso le tende dei pastori.
A una cavalla sotto i cocchi di faraone
io ti paragono, o mia amica!
Belle le tue guance fra le trecce
e il tuo collo fra le perle.
Trecce d'oro faremo per te
con trapunti d'argento.

La Sposa

Mentre il re è nel suo recinto,
il mio nardo effonde il suo profumo.
Un sacchetto di mirra è per me il mio Diletto,
pernotta fra i miei seni.
Un grappolo di Kòfer è per me il mio Diletto,
nelle vigne di 'En-ghédi.

Lo Sposo

Ecco, sei bella, amica mia, ecco, sei bella:
i tuoi occhi sono colombe.

La Sposa

Ecco sei bello, mio Diletto, anzi, soave:
pur verdeggiante il nostro letto:
travi di casa nostra i cedri,
soffitto nostro i cipressi.

Cantico dei Cantici 1,1-17.

 sinforosa castoro

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