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lunedì 29 aprile 2013

Miele di tarassaco

A grande richiesta... Sciroppo di Tarassaco o "Milele di Tarassaco"
1 litro di acqua.
4 manciate abbondanti di fiori di Tarassaco.
1 chilo di zucchero.
Mezzo limone.
Mettere in acqua fredda i fiori e portare a ebollizione.
Togliere la pentola dal fuoco e lasciare riposare una notte intera.
Scolare l'acqua e strizzare bene i fiori.
Aggiungere lo zucchero e mezzo limone tagliato a fette.
Rimettere la pentola senza coperchio sul fornello e lasciare emulsionare il tutto finché risulti uno sciroppo né troppo denso, né troppo liquido.
Raffreddare e invasare.
Dal libro: La salute dalla farmacia del Signore di Maria Treben Ed.Ennsthaler


sinforosa castoro
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sabato 27 aprile 2013

Che sabato!

E lo chiamano giorno di riposo.
La sveglia trilla alle 7.30. Caffè e cornetto caldo. Mestieri veloci (intanto sono stati fatti per benino nei giorni passati). Prima macchinata della giornata. Stendere. Pranzo preparato in una mezz'oretta. Tavola apparecchiata, così se si ritarda nessuno ha da lamentarsi. Doccia veloce. In macchina. Piove a catinelle. Autostrada. Dopo mezz'ora si arriva in uno di quegli enormi magazzini per la casa: meno male che c'è poca gente. Su e giù per le scale, a destra e a manca alla ricerca di oggetti originali e utili: gira fin la testa! Ore 10: la gente comincia ad arrivare - intanto fuori continua a piovere -. Qua e là si sentono voci innervosite di bambini che reclamano l'attenzione di mamma e papà che hanno intavolato un mezzo litigio per via di tappetini. Anche una coppia di anziani è piuttosto nervosetta: lui reclama ad alta voce che lei perde troppo tempo a girare fra reparti inutili. Nella mia borsona tutti quei piccoli oggetti che abbelliranno la casa. In fila alla cassa.
Di nuovo in macchina, si fa ritorno, ma prima si deve andar a far la spesa. Ecco di nuovo la folla che riempie i reparti con carrelli così pieni che... Ma non è che domani scoppierà una guerra mondiale, eh? Finalmente a casa. Un pranzo veloce. Un caffè. Il riordino della cucina e poi via a impastare una bella torta. Sì, è vero, i dolci ormai si mangiano tutti i giorni, ma una torta è sempre una torta e ci vuole, no? La Domenica è La Domenica.
Pian piano si riprendono i ritmi dei soliti Sabato: la biancheria da stirare è pronta, un po' di tempo da dedicare a sé stessi, si sfoglia il quotidiano, il tè di mezzo pomeriggio, quattro chiacchiere, la cena da preparare, un bel programma in Tv - speriamo che ci sia -, un bel libro sul comodino, il ticchettio della pioggia e... finalmente... Buonanotte a tutti.

sinforosa castoro

domenica 21 aprile 2013

Io sono il buon pastore

Oggi Gesù si definisce il Buon Pastore, colui che conosce le sue pecore a una a una le cui pecore conoscono e riconoscono la Sua voce, come un bimbo riconosce la voce della sua mamma.
Ma Gesù, oltre che pastore, è anche l'Agnello senza colpa immolato per ciascuno di noi. In Lui, quindi, ciascuno è già un salvato.
Potrebbe apparire solo un "pensiero" consolatorio, in verità è la realtà.





Rappresentazioni grafiche riferite al racconto della pagina del Vangelo di Gesù Buon Pastore
sinforosa castoro

giovedì 18 aprile 2013

Che paura!

Oggi siamo usciti per una visita a un luogo nuovo sia per bambini che per noi maestre. Un bosco che a tratti si faceva un po' buio, nonostante la bella e radiosa giornata. Tutti allegri e spensierati proseguivamo ascoltando con attenzione ciò che la "guida" ci raccontava su questo e quell'albero, sugli animali che ci vivono e sugli insetti che lo popolano.
A un tratto, un bambino mi chiama: «Maestra, maestraaa».
«Dimmi, Giovanni».
«Guarda» e mi indica una bambina in lacrime.
«Vieni... » le faccio, «... ti sei fatta male? Sei caduta? Ti ha fatto qualche dispetto qualche compagno?».
Lei mi fa "No" con la testa e intanto mi viene accanto.
La prendo in braccio e a bassa voce le chiedo: «Dimmi perché piangi, hai forse paura?».
Lei  mi fa "si" con la testa.
«Adesso stai qui con me e vedrai che non c'è niente d'aver paura. Guarda che bello quest'albero, è altissimo, guarda su, hai visto dove arriva? E guarda i suoi rami: s'intrecciano con i rami di quello là, hai visto? Sono due alberi amici. Sapessi come sono contenti questi alberi oggi che ci sono tutti questi bambini che li guardano e poi, secondo me, in qualche buchino si nasconde anche qualche gnomo, magari adesso ci guarda e ha paura di voi bambini, perché siete grandi e invece lui è piccolissimo. "E se poi mi schiacciano?" dice alla sua mamma e la sua mamma che cosa gli dirà?».
«Non avere paura perché i bambini non ti schiacciano».
«Bravissima. E allora adesso mi dai la mano e camminiamo in questo bellissimo bosco pieno di animaletti e di gnomi un po' paurosi. Però, dobbiamo avere pazienza con gli gnomi paurosi, vero?».
«Sì».
E anche lei si gode l'uscita didattica.
P.S. A volte ciò che ci fa paura e ci crea panico sono paure puramente immaginarie, paure elaborate dalla nostra mente. Non contrastiamole, individuiamole, prendiamone atto, guardiamole in faccia e pian piano la paura se ne andrà e con lei anche il suo brutto ricordo.

 

sinforosa castoro

martedì 16 aprile 2013

Siamo diversi

Dovremmo non avere paura di affermare con forza e convinzione che ciascuno di noi è diverso dall'altro. Per esempio noi femmine non siamo come i maschi e viceversa. Così come non c’è una donna uguale a un'altra o un uomo uguale a un altro. Oggigiorno, chissà perché,  forse per il politicamente corretto, c’è la tendenza a uniformare tutto: culture, popoli, religioni, ruoli all'interno della società, della famiglia e così si confondono genitori con i figli, insegnanti con gli allievi, insegnanti con i genitori e potremmo andare avanti così all'infinito.
Dire che si è diversi non è peccato. Fintantoché percepisco l’altro come un altro me stesso, non può esserci crescita, né sviluppo, né conoscenza, tanto meno amore.
Solo se poso sull'altro quel certo tipo di sguardo che sa andare oltre le mie attese su di lui/lei, riesco a vederlo/a così come realmente è, ed è lì che mi accorgo che non è un altro me, ma altro da me.
Diversità, quindi, non è una parolaccia, ma un valore aggiunto, perché significa essere coscienti che sia io che l’altro - diverso da me - abbiamo in noi valori, doni, competenze, capacità, sapere che, seppur diversi, o meglio, proprio perché diversi, possono essere condivisi, fatti circolare, fruttare, tanto da arricchire l’altro e me e il mondo che gira attorno.
Se tutte quelle energie che troppo spesso spendiamo in famiglia e sul lavoro nel discutere, litigare e recriminare, s’impiegassero invece nell'ascolto dell’altro, arriveremmo forse a comprenderci di più e, comprendendoci, a capirci di più e, capendoci, a quel punto, anche a stimarci di più e magari ad amarci, ma sul serio, però, perché l'amore, se è vero, è assai impegnativo e per niente egoista.






sinforosa castoro

mercoledì 10 aprile 2013

Malinconia

Dopo tanta pioggia, una giornata di sole, tuttavia questa luce, a me, personalmente, mette addosso una certa malinconia, chissà perché? Misteri della mente e dell'animo umano! C'è qualcuno che sa darmi risposte in merito?
Vi lascio con questo disegno che anni fa una bambina di nome Rachele mi aveva regalato. L'espressione di questa gatta non vi sembra un'espressione melanconica?


sinforosa castoro

martedì 9 aprile 2013

Mi Piace!

Piccoli al lavoro...


                                                                                                                                                                                           
sinforosa castoro


domenica 7 aprile 2013

Prima credi e poi...

Ascoltando il Vangelo di questa Domenica, il Signore, senza tanti giri di parole, ci invita a credere, prima di vedere. Alleniamoci.
Buona settimana


sinforosa castoro

mercoledì 3 aprile 2013

Aprile... Dolce dormire

Dalla canzone Il treno dell'anno ... Aprile con l'ombrello...


«Mentre eravamo a casa per Pasqua, è cominciato un nuovo mese. Chi sa come si chiama?».
«Aprile».
«Esatto, Beatrice, Aprile. Bambini, c'è ancora Aprile, Maggio, Giugno e poi... ».
«E poi andiamo in prima».
«Beh, no, poi inizieranno le vacanze, quando fa caldo caldo e magari si va al mare o in montagna. Poi, a Settembre, quando qui arriveranno i bambini piccoli, voi andrete in prima».
«Poi, veniamo a trovarti».
«Certo che verrete a trovarmi, così conoscerete i nuovi bambini di sinforosa, speriamo che siano bravi come voi!».
«Noi veniamo a curarli, così ti aiutiamo».
«Grazie, Stella, sei proprio gentile»...

sinforosa castoro




martedì 2 aprile 2013

Pinocchio. Parte 5°.

Ascoltiamo l'ultima parte del libro di Collodi raccontata da un bambino di cinque anni.
Segue http://sinforosacastoro.blogspot.it/2013/03/pinocchio-iv-parte.html




«... Su quell'isola, Pinocchio trova una capanna che la fatina aveva dato al Grillo Parlante e il Grillo dice a Pinocchio: "È per te".
E Pinocchio dice al Grillo: "Scusami se ti ho lanciato il martello addosso e poi dice al suo papà: "Adesso ti porto in quella capanna così tu ti riposi un po", perché Geppetto era malato.

E poi Pinocchio va a chiedere a un signore se può dargli un po' di latte per il suo papà, ma il signore dice: "Se vuoi  il latte devi lavorare per me, perché il mio asino sta male e tu devi fare quello che faceva lui". Pinocchio dice "Va bene".


E allora Pinocchio fa girare lui la ruota e così il signore gli dà il latte per il suo papà.
Poi Pinocchio va a trovare l'asino che sta male e vede che è Lucignolo, il suo amico, quello che l'aveva portato nel Paese dei Balocchi. E poi l'asino muore e Pinocchio è triste.
Pinocchio va lì, da quel signore, tutti i giorni e suo papà sta meglio e poi Pinocchio fa anche altri lavori e gli danno i soldi e allora lui costruisce un bel carrettino per portare a spasso il suo papà.
"Hai visto, papà, che adesso stai bene?":
                                                                                                                                                                                                             
Poi, un giorno, Pinocchio va a letto e quando si sveglia non è più un burattino di legno ma è un bambino come tutti i bambini e allora è contentissimo. E anche la capanna non è più bruttina ma è diventata una bella casetta e Geppetto sta bene e anche lui è contentissimo perché adesso ha un bambino vero.
La Fata ha fatto diventare Pinocchio un bambino, perché Pinocchio era diventato un bambino davvero bravo»

«Bravissimo!!! È Vero, bambini, che il vostro amico è stato bravo a raccontare?».
«Sìììììì... ».
«Adesso incominciamo a fare la scenetta di questo ultimo pezzo della storia di Pinocchio. Oggi, chi vuol fare Pinocchio? e Geppetto? E Lucignolo?... ».



sinforosa castoro


lunedì 1 aprile 2013

Ansia

Oggi, pasquetta, è stata una giornata un po' grigia, non solo in cielo ma anche in me.
L'incontro con una persona cara, dopo anni che non ci si vedeva, mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca per via di tutti i problemi che questa persona ha dovuto affrontare negli anni passati (e poi, non c'è niente da fare, diciamocelo, prima o poi ciò che hai sofferto salta fuori, e quando meno te lo aspetti, purtroppo) e per quelli, meno gravosi pur tuttavia impellenti, che deve affrontare di questi tempi.
Perché per alcuni la vita è così difficile, nel contingente, intendo dire, mentre per altri è fin troppo facile, per non dire frivola? Quando ci sarà un po' di giustizia in questo mondo?
Perdonate il mio sfogo, oltretutto in una giornata di festa.

sinforosa castoro

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